Le incursioni di Pippo
Il gioco delle lampadine-
Racconto di G. B. Classe 1936
di Arianna Bellezza
Il 25 aprile del 1945 avevo otto anni e mi ricordo che c’era allegria, euforia: tutti cantavano, sbraitavano. C’erano fuochi artificiali di notte, di giorno. Ma non solo il 25, è durato anche più di una settimana, forse dieci giorni. Ero con mia mamma in casa e quando alla radio si è sentito di questa vittoria, di questa liberazione, tutti erano contenti. Siamo andati fuori e c’era la gente che urlava, cantava, era contenta.
Eravamo io la mamma e basta. Guardavamo gli altri andare su e giù dalla strada, manifestare la loro gioia, la loro contentezza: finalmente la guerra era finita! Fuochi d’artificio a destra, fuochi d’artificio a sinistra, era tutt’un’euforia. La mamma mi teneva stretto perché aveva paura, perché c’erano quelle poche macchine che andavano su e giù, anche le moto. Ma più che altro c’era la gente in bicicletta.
Sparavano! Mi ricordo degli spari appunto, di gioia. Mi sono sentito felice anche io, partecipavo con la gente, erano tutti euforici, poi c’erano i fuochi che mi piacevano, anche se non riuscivo bene a capire cosa stava succedendo perché ero piccolo.
Quello che mi è più rimasto impresso più di tutti della guerra è stato Pippo. Tutti avevano il terrore e la paura di Pippo. Non era altro che un aeroplano che girava di notte. Si sentiva questo rumore sordo: “Wuuu” e si sentiva da lontano: “Spegnete le luci! Chiudete!”. Tutta una frenesia, un’agitazione.
Mi ricordo che io come gioco avevo attaccato su un filo delle lampadine, e con i miei amici ci divertiamo a romperle. Un giorno ce n’erano rimaste attaccate due o tre perché erano tante, e la mamma mi diceva:”Stai attento che se Pippo vede la luce che riflette sulle lampadine ci bombarda”. Ma io quella sera mi sono dimenticato le lampadine, l’ho detto alla mamma, ma lei mi ha risposto: “Oh beh, fa lo stesso, non fa niente. Le lampadine…”. “Posso andare fuori a prenderle?”, “No! Assolutamente! Non puoi andare fuori”.
Perché di notte, specialmente quando era sereno, c’era la luna che rifletteva sulle lampadine e le lampadine facevano luce. Intanto Pippo: “Wuuu”, “Wuuu”. Poi ogni tanto si sentiva anche: “BADABUM!” Una bomba che scoppiava! Pippo ha colpito ancora! Poi per un po’ non si sentiva niente, poi ad un certo momento”BADABUM!”. Era Pippo che lasciava andare giù i suoi confetti.
Non ho mai visto un esplosione perché ero piccolo e mia mamma mi diceva sempre: “Stai qua! Non muoverti!”. Io avevo paura di Pippo perché vedevo gli altri che erano terrorizzati e allora anche io avevo paura. Mi trasmettevano questa paura. E allora quando lo sentivo pensavo: “Oh! C’è Pippo anche stasera!”. Perché non tutte le sere c’era, solo ogni tanto. Si sentiva da lontano che arrivava”Wuu”.