Le incursioni di Pippo
“Ci sono gli americani ad Albinea”
Racconto di D.M.A. classe 1931
(tradotto dal dialetto)
di Matteo Sidoli
Ricordo che il 25 aprile stavamo mettendo via il salume perché se i tedeschi lo trovavano ce lo avrebbero portato via tutto. Lì, nel casale, c’erano due biciclette e le hanno portate via, hanno portato via tutto. Quel giorno è arrivato un anziano e ha detto: “ Ma che cosa volete stare lì a fare? Ci sono già gli americani ad Albinea!”. C’erano già le truppe ad Albinea che venivano avanti e dopo tre giorni i tedeschi non c’erano più.
Noi siamo andati dai nostri vicini dove c’erano gli americani che ballavano con le donne e siamo andati avanti fino all’una. Avevano una cartina con del tabacco e facevano su le sigarette quegli americani, dalle tasche uno ne ha tirata fuori una manciata.
Poi il giorno dopo a Puianello avevano messo su le bandiere. C’era uno a cui piaceva ridere e scherzare: è arrivata una camionetta e lui è salito su, ma c’era un tedesco con la mitragliatrice che ha cominciato a sparare! Ha fatto presto a saltare giù dalla camionetta! E a scappare. Qualche d’uno c’era ancora poveretto! Anche ai boschi scuri c’era uno tedesco, aveva messo fuori il fazzoletto bianco ma, addio, gli hanno sparato.
Ricordo il partigiano Guerrino Neviani morto il 17.02.1945 all’età di 24 anni in uno scontro con i tedeschi.
Questo fatto è successo perché i tedeschi erano di ronda e caso volle che stava arrivando una pattuglia di partigiani che andavano al comando a Pecorile perché portavano il mangiare e munizioni. Partivano da San Rigo a Rivalta, perciò costeggiavano il Modolena, venivano su dal Capriolo e lì dai Sidoli c’era il comando dei tedeschi. Passavano sulla strada, proseguivano per via del Casalino, giravano sotto ai Saracchi e andavano sulla costa. Dalla costa andavano a Sedrio e poi a Pecorile, dove c’era il comando Partigiano.
Allora quella sera possiamo pensare che fosse una ronda perché le strade erano sempre pattugliate, possiamo pensare alla spiata, all’abbaiare dei cani nei casolari che possono avere anche messo qualche dubbio alle pattuglie, poi le orme, c’era anche la neve, le orme per terra.
Si era poi detto che il partigiano è stato in terra 2-3 giorni, badato dai tedeschi sempre con la speranza che venissero i partigiani a prenderlo.
Poi il prete di Albinea con il carro e i buoi è venuto a prendere la salma e lo ha sepolto nel cimitero di Albinea. Perché c’era il casaro, il padre della Bruna, che dalla finestra ha visto tutto.
Dopo, a guerra finita, i genitori di questo ragazzo (che erano di Bibbiano) lo sono venuti a prendere.
La storia di questo ragazzo finisce con l’ANPI di Barco che ha fatto il cippo nel 1946 in sua memoria.
Diciamo allora che l’azione può essere stata creata così: i tedeschi, con la tuta bianca, sdraiati sulla neve, hanno aspettato i partigiani che venivano dalle parte opposta dietro la siepe, ma la siepe era senza foglie, perciò loro erano come tanti birilli, poi la neve ghiacciata fa cic-ciac quando la gente ci marcia sopra e loro li hanno aspettati al varco in questo modo. Non è che erano nella strada, erano pronti, sdraiati, con la tuta bianca, sui campi, e quando i partigiani sono arrivati a tiro, dall’altra parte, in fila indiana, hanno cominciato a sparare.
Ricordo che hanno provato tante volte a bombardare il ponte di Puianelllo, ma non sono mai riusciti a centrarlo perché dicevano che c’era una corrente d’aria che faceva spostare le bombe. Partivano da qui, ma mai, mai, mai sono riusciti a capire.
Mio fratello Berto era andato a finire in Corsica. Partì con tre navi, due le hanno affondate e quella in cui c’era in cima lui è riuscita ad arrivare.
Mio fratello Adolfo invece è andato in Sardegna con il suo maggiore. Là in Sardegna non c’erano più i tedeschi. C’era da patire un po’ la fame, facevano fatica a trovare il cibo.
Dante invece era a Barletta fino all’8 settembre. Dopo l’8 di settembre tutti cercavano di tornare a casa, ma lui da Barletta, come poteva arrivare a casa? E’ andato da un contadino che l’ha tenuto là, l’aiutava, lavorava. Quando sono arrivati gli americani si è presentato e ha detto di dove era.
Dopo l’8 settembre due ragazzi che erano scappati, erano andati nel boschino e poi piano piano si erano dati ai partigiani tutti e due. Una sera dovevano andare a prendere due buoi per mangiare perchè i partigiani andavano a prendere le bestie dai contadini per mangiarle. Un partigiano aveva le scarpe che gli facevano male allora l’altro gli ha detto: “Vado io al tuo posto, stai lì, e ci ha rimesso la vita povero Jusfin. Perché il partigiano che faceva la guardia è stato chiamato da una donna che lo ha attirato nella camera e i tedeschi sono arrivati su e hanno cominciato ad andare dietro a uno che si era cacciato dentro ad un buco e gli è arrivata una mitragliata e hanno ammazzato tutti.
Noi non sappiamo quanti sono morti, questa via è intitolata ad Aristide Sberveglieri uno che è stato ucciso. Siccome lui abitava in una casa vicino alla Madonnina, a lui hanno intestato questa via.