Le incursioni di Pippo
La guerra dalla Sicilia
Racconto di C.M. classe 1935
di Agnese Menozzi
Il 25 del ‘45 io ero in Sicilia. Lo sbarco degli americani era stato nel luglio del ’43, erano arrivati a Capo Passero, che sarebbe poi Portopalo. C’era il cielo che era sempre tutto pieno d’aerei che bombardavano dappertutto, sembravano tanti uccelli.
Io ero a Siracusa sul mare, vicino alla spiaggia, e allora quando suonava la sirena noi scappavamo e andavamo nel rifugio, ero da solo, ero un ragazzino di 7-8 anni e allora scappavo sempre. Quando bombardavano mi nascondevo dentro una grotta: una volta è caduta una bomba davanti alla bocca della grotta e con lo spostamento d’aria siamo caduti tutti all’indietro, per fortuna nessuno è morto.
Poi, dopo lo sbarco, siamo andati in campagna; si stava abbastanza bene, però avevamo quegli americani vicini, avevamo gli inglesi vicini, dovevamo stare attenti, anche se a noi bambini ci davano la cioccolata. Ho visto tanti morti, tedeschi biondi lungo le strade, morti.
Mia mamma non si è mai sposata, perché mio padre è stato richiamato in guerra, è andato e non abbiamo saputo più niente; avevo una fotografia una volta, la guardavo, ma ora non so più dov’è andata a finire.
Noi ragazzi mangiavamo solo un piatto di fave e, se c’era, un pezzettino di pane. Ero piccolo e mi arrangiavo da solo, andavo a pescare in mare i granchi, me li arrostivo e me li mangiavo. Appena finita la guerra a Natale ci facevano un regalino, ci davano una melagrana e un pezzettino di mostarda.
C’erano sempre i delinquenti che andavano nelle case ad accaparrarsi la roba: requisivano il grano per dare da mangiare agli altri; noi nascondevamo il grano sotto le mangiatoie dei cavalli.